Stagione 2024/25
Maddalena Rizzi,
Bruno Governale,
Biagio Iacovielli,
Alioscia Viccaro
Bruno Governale,
Biagio Iacovielli,
Alioscia Viccaro
in ANNA KARENINA
Di ALBERTO BASSETTI
Scenografie TIZIANO FARIO
Costumi ALESSANDRA MENé
Disegno Luci MAURO BUONINFANTE, VALERIO CAPOROSSI
Musiche EUGENIO TASSITANO
Regia FILIPPO D'ALESSIO
Anna Karenina ci interroga sul mondo emotivo che travolge inaspettatamente il vissuto individuale e sociale irrompendo con forza nella realtà e nell’immaginario. Un personaggio apparentemente scontato ma profondamente enigmatico che ha saputo trascinare nel vortice esistenziale delle emozioni un intero contesto sociale. Nella sala d’aspetto di una stazione, luogo di arrivi e partenze, crocevia di esistenze, riappare la figura di lei pronta a misurarsi con il suo vissuto in grado di coinvolgere i passeggeri in un gioco teatrale, vita che irrompe nella scena e scena che irrompe nel quotidiano. Il pubblico è trasportato nel grande romanzo di Tolstoj rivelando l’essenza intima, umana, spontanea , vera ad attuale dei personaggi. Il viaggio di Anna in sé stessa attraverso l’amore per il conte Vronskij e il conflitto con il marito Karenin è il viaggio di molti di noi; ancora una volta il regista utilizza la letteratura per indagare l’animo umano, ed in questo caso un sentimento universale quale la passione.
20 Ottobre 2024
ore 17.30
Nino Taranto
in LA MIA DONNA è DIFFERENTE
Con il MAESTRO ANDREA CANTONI alle tastiere
Regia NINO TARANTO
"Sono Nino Taranto... e non sono morto". Lui si presenta così, e se per il mondo dello spettacolo questo è l' indimenticabile nome del celebre comico napoletano, c'è un altro Nino Taranto, è il cabarettista, presentatore e comico con un spettacolo autobiografico applauditissimo sui suoi trenta anni di carriera “LA MIA DONNA E’ DIFFERENTE”. Alto, slanciato, una figura elegante, un calore di simpatia e una bontà ideale che lo rendono empatico al primo impatto. Tempi perfetti, mimica efficace come punteggiatura sui personaggi, Nino è anche un poeta, un sognatore, soprattutto un sociologo delle mode e dei tempi, così che i suoi "tipi" hanno sempre uno spessore profondo, raccontano qualcosa di noi, delle nostre debolezze ma anche dei nostri rimpianti. "Eravamo poveri...non c'avevamo niente": è il tema della prima parte dello spettacolo in cui Nino ripercorre gli anni dell'infanzia. I temi profondi della vita sono esaltati in una comicità leggera, educata, che non fa ricorso alle facili scorciatoie dei termini forti o volgari, ma i siparietti di vita sono miscelati in quel caleidoscopio di comportamenti che sono i vizi e le virtù degli uomini visti con lo sguardo benevolo di chi non esprime categorie morali ma cerca il bene. L'analisi dell'artista si spinge sin dall'inizio nella ricerca delle diversità tra uomo e donna, una visione chiara del maschile e del femminile in ciò che li rende umanamente fragili creature di fronte alle onnipotenze delle categorie del virile e del femmineo. Ma gli uomini e le donne di Nino siamo noi tutti e di fatti ciò che eccelle è la straordinaria capacità di creare quella riconoscibilità che fa scuotere assertivamente la testa allo spettatore, come dire "sì, quello sono io". Ecco allora che la visione del mondo di Taranto è un gigantesco bluff dove i tipi si credono ma sono quel ridicolo a cui ci tende una sovrumana natura pronta ad accoglierci in quella dimensione animista in cui non siamo dei ma esseri sparsi al vento della vita. Le donne, come sono diverse le donne! Il rientro a casa, il cappotto gettato, la giacca sulla sedia, le scarpe sporche sul pavimento appena lucidato, le manie femminili diventano quel sottile filo di tirrania che deriva dalla consapevolezza di un'autosufficienza talvolta difficilmente colmabile di reciprocità e di scambio. Insomma, tic e manie, ma anche un disgelo delle incomprensioni tra i sessi e l'invito a vedere il muro che a volte ci separa con lo sguardo dell'ironia. Una sollecitazione a farci più leggeri, più felici, più reciprocamente tolleranti, rispettosi anche e infinitamente amabili. Insomma per concludere, Nino Taranto è l’artista che fa ridere anche le stelle.
10 Novembre 2024
ore 17.30
I Sequestrattori
in FINCHè NEBBIA NON CI SEPARI
in FINCHè NEBBIA NON CI SEPARI
Scritto e Diretto da I SEQUESTRATTORI
Una delle punte di diamante del Puff di Roma: I Sequestrattori
Una coppia nella vita sul palco!
Lei milanese, lui romano, un duo comico esilarante che porta in scena le divertenti dinamiche tra Roma/Milano e uomo/donna e di vita di coppia, che si risolvono in delazioni e divertentissimi siparietti degni dei moderni Sandra e Raimondo.
Come si suol dire, "Finchè nebbia non ci separi!”
Enzo Casertano
Alessandra Merico
in GAME LOVER
Alessandra Merico
in GAME LOVER
di A. MERICO
Disegno Luci MAX LUMACHI
Foto FRANCESCO NANNARELLI
Regia ENZO CASERTANO
Game Lover è una brillante commedia a episodi sulla vita di una coppia, un vero divertimento ma anche una saggia riflessione sul primo conflitto tra tutti: quello tra un uomo e una donna.
Sull’altalena del matrimonio fra momenti felici e piccole crisi si consuma la vita dei due protagonisti. Danilo e Arianna prima fidanzati e poi sposati, impauriti e poi annoiati dalla vita matrimoniale e in cerca di nuovi stimoli.
Momenti di vita quotidiana rubati per raccontare la tragicomica storia di questa coppia che cerca di stare al passo con la modernità e col mutamento dei costumi del paese. Una messa a fuoco sull’evoluzione dei rapporti sentimentali, e sul loro andamento dal punto di vista sociale e antropologico.
Un esilarante alternarsi di situazioni alimenta il gioco comico interpretato da Enzo Casertano e Alessandra Merico. Un confronto serrato, condito da situazioni paradossali e rivelazioni sorprendenti.
Monica Lugini
Cristiana Stazzonelli
in SUGO FINTO
Cristiana Stazzonelli
in SUGO FINTO
Di GIANNI CLEMENTI
Aiuto Regia ROSSELLA NARDINI
Regia DAVID MARZULLO
Roma, quella popolare, colorata, schietta spesso anche crudele, proprio come le due protagoniste, Addolorata e Rosaria, due sorelle, zitelle, che vivono da sempre insieme e che portano avanti a fatica la vecchia merceria di famiglia. Una con la velleità di vivere una vita più comoda e l’altra con la sua grettezza, ma entrambe legate dalla solitudine in cui volente o dolente si sono rinchiuse.
Finché un giorno decidono di partecipare a un tanto discusso matrimonio di un parente…
Si ride? Tanto, anche se con l’amaro in bocca.
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