in ANNA KARENINA
Di ALBERTO BASSETTI
Scenografie TIZIANO FARIO
Costumi ALESSANDRA MENé
Disegno Luci MAURO BUONINFANTE, VALERIO CAPOROSSI
Musiche EUGENIO TASSITANO
Regia FILIPPO D'ALESSIO
Anna Karenina ci interroga sul mondo emotivo che travolge inaspettatamente il vissuto individuale e sociale irrompendo con forza nella realtà e nell’immaginario. Un personaggio apparentemente scontato ma profondamente enigmatico che ha saputo trascinare nel vortice esistenziale delle emozioni un intero contesto sociale. Nella sala d’aspetto di una stazione, luogo di arrivi e partenze, crocevia di esistenze, riappare la figura di lei pronta a misurarsi con il suo vissuto in grado di coinvolgere i passeggeri in un gioco teatrale, vita che irrompe nella scena e scena che irrompe nel quotidiano. Il pubblico è trasportato nel grande romanzo di Tolstoj rivelando l’essenza intima, umana, spontanea , vera ad attuale dei personaggi. Il viaggio di Anna in sé stessa attraverso l’amore per il conte Vronskij e il conflitto con il marito Karenin è il viaggio di molti di noi; ancora una volta il regista utilizza la letteratura per indagare l’animo umano, ed in questo caso un sentimento universale quale la passione.
20 Ottobre 2024
ore 17.30
in LA MIA DONNA è DIFFERENTE
Con il MAESTRO ANDREA CANTONI alle tastiere
Regia NINO TARANTO
"Sono Nino Taranto... e non sono morto". Lui si presenta così, e se per il mondo dello spettacolo questo è l' indimenticabile nome del celebre comico napoletano, c'è un altro Nino Taranto, è il cabarettista, presentatore e comico con un spettacolo autobiografico applauditissimo sui suoi trenta anni di carriera “LA MIA DONNA E’ DIFFERENTE”. Alto, slanciato, una figura elegante, un calore di simpatia e una bontà ideale che lo rendono empatico al primo impatto. Tempi perfetti, mimica efficace come punteggiatura sui personaggi, Nino è anche un poeta, un sognatore, soprattutto un sociologo delle mode e dei tempi, così che i suoi "tipi" hanno sempre uno spessore profondo, raccontano qualcosa di noi, delle nostre debolezze ma anche dei nostri rimpianti. "Eravamo poveri...non c'avevamo niente": è il tema della prima parte dello spettacolo in cui Nino ripercorre gli anni dell'infanzia. I temi profondi della vita sono esaltati in una comicità leggera, educata, che non fa ricorso alle facili scorciatoie dei termini forti o volgari, ma i siparietti di vita sono miscelati in quel caleidoscopio di comportamenti che sono i vizi e le virtù degli uomini visti con lo sguardo benevolo di chi non esprime categorie morali ma cerca il bene. L'analisi dell'artista si spinge sin dall'inizio nella ricerca delle diversità tra uomo e donna, una visione chiara del maschile e del femminile in ciò che li rende umanamente fragili creature di fronte alle onnipotenze delle categorie del virile e del femmineo. Ma gli uomini e le donne di Nino siamo noi tutti e di fatti ciò che eccelle è la straordinaria capacità di creare quella riconoscibilità che fa scuotere assertivamente la testa allo spettatore, come dire "sì, quello sono io". Ecco allora che la visione del mondo di Taranto è un gigantesco bluff dove i tipi si credono ma sono quel ridicolo a cui ci tende una sovrumana natura pronta ad accoglierci in quella dimensione animista in cui non siamo dei ma esseri sparsi al vento della vita. Le donne, come sono diverse le donne! Il rientro a casa, il cappotto gettato, la giacca sulla sedia, le scarpe sporche sul pavimento appena lucidato, le manie femminili diventano quel sottile filo di tirrania che deriva dalla consapevolezza di un'autosufficienza talvolta difficilmente colmabile di reciprocità e di scambio. Insomma, tic e manie, ma anche un disgelo delle incomprensioni tra i sessi e l'invito a vedere il muro che a volte ci separa con lo sguardo dell'ironia. Una sollecitazione a farci più leggeri, più felici, più reciprocamente tolleranti, rispettosi anche e infinitamente amabili. Insomma per concludere, Nino Taranto è l’artista che fa ridere anche le stelle.
10 Novembre 2024
ore 17.30
Scritto e Diretto da I SEQUESTRATTORI
Una delle punte di diamante del Puff di Roma: I Sequestrattori
Una coppia nella vita sul palco!
Lei milanese, lui romano, un duo comico esilarante che porta in scena le divertenti dinamiche tra Roma/Milano e uomo/donna e di vita di coppia, che si risolvono in delazioni e divertentissimi siparietti degni dei moderni Sandra e Raimondo.
Come si suol dire, "Finchè nebbia non ci separi!”
di A. MERICO
Disegno Luci MAX LUMACHI
Foto FRANCESCO NANNARELLI
Regia ENZO CASERTANO
Game Lover è una brillante commedia a episodi sulla vita di una coppia, un vero divertimento ma anche una saggia riflessione sul primo conflitto tra tutti: quello tra un uomo e una donna.
Sull’altalena del matrimonio fra momenti felici e piccole crisi si consuma la vita dei due protagonisti. Danilo e Arianna prima fidanzati e poi sposati, impauriti e poi annoiati dalla vita matrimoniale e in cerca di nuovi stimoli.
Momenti di vita quotidiana rubati per raccontare la tragicomica storia di questa coppia che cerca di stare al passo con la modernità e col mutamento dei costumi del paese. Una messa a fuoco sull’evoluzione dei rapporti sentimentali, e sul loro andamento dal punto di vista sociale e antropologico.
Un esilarante alternarsi di situazioni alimenta il gioco comico interpretato da Enzo Casertano e Alessandra Merico. Un confronto serrato, condito da situazioni paradossali e rivelazioni sorprendenti.
Di GIANNI CLEMENTI
Aiuto Regia ROSSELLA NARDINI
Regia DAVID MARZULLO
Roma, quella popolare, colorata, schietta spesso anche crudele, proprio come le due protagoniste, Addolorata e Rosaria, due sorelle, zitelle, che vivono da sempre insieme e che portano avanti a fatica la vecchia merceria di famiglia. Una con la velleità di vivere una vita più comoda e l’altra con la sua grettezza, ma entrambe legate dalla solitudine in cui volente o dolente si sono rinchiuse.
Finché un giorno decidono di partecipare a un tanto discusso matrimonio di un parente…
Si ride? Tanto, anche se con l’amaro in bocca.
in QUESTI FANTASMI di Eduardo De Filippo
Con Carla Schiavone, Nicola Paduano, Paolo Pietrantonio, Ida Anastasio, Ciro Buono, e con Carolina Scardella, Andrea Fulgenzi
Ass. te alla Regia Priscilla Baldini
Musiche a cura Roberto Antinolfi
Costumista Antonietta Corrado
Foto Valerio Faccini
Video Biagio Verde
Impianto scenico Eleonora Scarponi
Scenografia e Costumi Attori e Company Lab.
Tecnico e Disegno Luci Flavio Perillo
Scenotecnico-Macchinista Stefano Fulgenzi
Pasquale Lojacono (Mario Antinolfi), un povero uomo, un debole, dopo aver tentato invano di assicurare a sé e alla moglie un minimo di stabilità economica, si è ridotto a vivere di espedienti. Si trasferisce con la giovane moglie Maria (Carla Schiavone) in un appartamento all'ultimo piano di un palazzo seicentesco. Maria non sa che il marito ha ottenuto il fitto gratuito per cinque anni di quell'enorme casa (18 camere e 68 balconi) in cambio del compito di sfatare la leggenda sulla presenza di spiriti nella casa. Il portiere Raffaele (Paolo Pietrantonio) spiega al nuovo inquilino cosa dovrà fare per ottemperare al suo impegno contrattuale: per dimostrare che non ci sono fantasmi dovrà mostrarsi ogni giorno, due volte al giorno, fuori tutti i 68 balconi, mostrando serenità e allegria e cantare ad alta voce. Ascoltando però i racconti del portiere, della sorella di quest'ultimo e del "dirimpettaio" di casa, tal Professor Santanna, il nostro protagonista incomincia a credere all'esistenza degli spiriti; pertanto, quando s'imbatte in Alfredo (Nicola Paduano), l'amante della moglie, lo scambia per un fantasma. La storia di Questi fantasmi prosegue con Alfredo che fa pervenire sostanziosi aiuti economici alla famiglia Lojacono, aiuti che vengono interpretati da Pasquale come regali degli spiriti che l'avrebbero preso a ben volere! L'equivoco prosegue e il nostro protagonista è l'unico a non avvedersi di quello che sta realmente accadendo; dopo un'esilarante scena nella quale, per Pasquale, si consuma un litigio tra spiriti (in effetti i litiganti sono Alfredo, sua moglie Armida (Ida Anastasio), i suoi bambini, Gastone suo cognato (Ciro Buono) e altri parenti), l'amante di Maria decide, apparentemente, di tornare in famiglia privando dei suoi regali il povero Pasquale. La storia di Questi fantasmi si avvia alla conclusione: con un marchingegno Pasquale riesce a reincontrare Alfredo, chiedendogli un ulteriore e sostanzioso aiuto economico, spiegando allo "spirito" che i soldi gli servono per riconquistare la moglie di cui è perdutamente innamorato. Alfredo, commosso per la triste confessione, gli lascia un pacco di banconote e scompare dalla loro vita.
in MAMMA SEI SEMPRE NEI MIEI PENSIERI. SPOSTATI!
Di e con Cinzia Leone
Uno spettacolo sulla "mammità", sul distacco dal cordone ombelicale, su come la mamma condiziona i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, e tutto il nostro essere, e viene "analizzata" comicamente l'impronta che ogni madre lascia sulla propria figlia, e che la figlia lascerà a sua volta sui propri figli. Durante lo spettacolo Cinzia viene continuamente interrotta da telefonate della madre che le sottopone a problemi vari...e Cinzia, condizionata dalle telefonate della madre, viene portata a ripercorrere le origini della vita - e l'evoluzione della mamma - dal protozoico, l'era primordiale, al cenozoico, l'era attuale. Cinzia Leone è un vero animale da palcoscenico che ama principalmente il contatto diretto con la platea perché così riesce a dare il meglio di sé stessa e ad esternare tutta la sua carica emotiva. La sua vena corrosiva attinge dalla vita di tutti i giorni, pesca a piene mani nel proprio vissuto, coglie i controsensi del quotidiano.
Scritto, Diretto, Interpretato da Barbara Bovoli
Arianna ha perso il filo vuole essere una ironica riflessione sulla vita, le relazioni e gli affanni di tutti noi, occupati a rincorrere il capo che darà senso e sicura felicità , nell’aggrovigliato gomitolo della vita. Arianna è una psicologa che lavora da casa tramite chat di sostegno. Un giorno, mentre sta preparando la torta per il compleanno della figlia riceve una strana telefonata da un anonimo che con voce contraffatta dice di chiamarsi “disperato79”. La conversazione tra i due prenderà da subito dei toni decisamente divertenti divagando su tematiche diverse che si srotoleranno veloci in un tourbillon travolgente che esploderà in un finale a sorpresa. Un testo per la prima metà travolgentemente comico, ma con un finale amaro. Un doppio binario che corre da un lato sul mito, dall’altro su riflessioni attuali prendendo di mira con dissacrante ironia la follia della vira moderna con i suoi ritmi, le sue promesse, i suoi schemi mettendo al bando la scottante verità di una società che ha tolto ai giovani ogni punto di riferimento; studi, lavoro, politica, famiglia. Tutto vacilla e non perdere il filo diventa impresa da supereroi. Ma mentre ognuno di noi si arrovella a rincorrere questo o quest’altro Teseo, di qualunque obiettivo si tratti, succede qualcosa ( e menomale) che non avevamo calcolato. Una rottura allo schema. Nel caso della nostra protagonista si tratterà di un figlio inatteso, sbagliato, malato. E quando “il mare diventa un catino” ognuno di noi deve decidere come comportarsi. Teseo si spaventa e fugge, lei accetta quello che la vita vera le ha messo davanti rimettendo in discussione tutte le
priorità. Cresce da sola una bimba malata , ma speciale, si reinventa lavorativamente , e trova in questa nota stonata , la sorprendente risposta al suo “desiderio di felicità”. E lui? Il suo Teseo? Che fine ha fatto? E se dovesse ri-comparire all’improvviso, sarà capace Arianna di aiutarlo , dopo tutto questo a srotolare il gomitolo e trovare ancora una volta l’uscita?
4 Maggio 2025
ore 17.30
Di e con Pippo Franco
Il grande viaggio, il suono e la parola, è uno spettacolo basato sulla musica e sulla recitazione, che consente di fare l’esperienza del disvelamento di ciò che si vede, oltre le apparenze con grande comicità ed ironia. Il suono è affidato a Giandomenico Anellino che, con la chitarra, esegue i brani previsti dalla messa in scena, mentre la parola è affidata a Pippo Franco come voce recitante. Profondità ed ironia si alternano in un percorso che attraversa vari mondi, in quella che si può definire l’arte di vivere e di vivere l’arte. L’evento ricco d’immagini e di colpi di scena, costituisce un viaggio interiore guidato dall’arte, dalla storia, dal simbolo e da una serie di altri elementi che amplificano la visione del tempo e dello spazio. Il formalismo, le sostanze e i veli che nascondono altre verità vengono osservati da un’altra dimensione che rivela allo spettatore una realtà più profonda capace di emozionare la coscienza e di far vibrare il nostro sesto senso in modo del tutto inconsueto.
18 Maggio 2025
ore 17.30
Di e con Carlotta Rondana
Regia Francesca Nunzi
Carlotta è sferzante e per nulla indulgente nel suo viaggio che attraversa il femminile in crisi.
I lampi di rapide, incessanti battute ci guidano alla ricerca di un maschio spento che si muove goffamente tra donne che rovistano nella borsa della propria coscienza.
Com’è faticoso riesumare la limpida attrazione e l’approccio lineare nel frastuono rimbombante di una discoteca. E quanto è immotivato lo sforzo palestrato di addominali e glutei quando le identità si smarriscono nel labirinto dell’insicurezza.
Leggera e divertente è invece l’atmosfera che Carlotta sa propagare nella sala. Tante risate accompagnano la stand up comedy nella quale le pause di riflessione, di intimo dialogo con il pubblico, consentono alla protagonista di riprendere fiato in uno spettacolo che le richiede tra l’altro uno sforzo fisico non indifferente.
Il testo, della stessa Rondana, non cerca mai intellettualismi vacui e la vivace insolenza con cui l’attrice gioca a pungerci è il perfetto ingrediente per diffondere il sano imbarazzo che ci spinge a interrogare noi stessi.
Carlotta Rondana sa muoversi sul palcoscenico alla perfezione. Ci percuote ma sa accarezzarci. Ci deride, e deride se stessa, ma ci accoglie nel suo universo di sorridenti contraddizioni con la magica chiave di un’ironia molto romana.
La regia di Francesca Nunzi non ingabbia mai l’interpretazione nel gorgo degli schemi tipizzati e assicura a tutto il lavoro una fluidità espansiva e coinvolgente.
Femminile Single(are) è una navigazione stimolante in un oceano (per fortuna) tempestoso solcato da correnti contrapposte.
Ma senza imparare ad affrontare quelle onde, che spesso ci fanno tanta paura, sarà impossibile arrivare finalmente alla baia che si chiama desiderio.
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